Sogni lucidi e sogni controllati

 

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Definizione di sogno lucido

Nel 1913 veniva pubblicato un interessante ed ancor oggi attuale articolo di Frederik van Eeden, nel quale per la prima volta veniva usata l’espressione lucid dream (sogno lucido), per indicare un sogno con un elevato grado di chiarezza mentale, e dunque con un livello di coscienza analogo a quello dello stato di veglia. Tuttavia gli studi e le ricerche sui sogni, condotti nei decenni recenti soprattutto dallo statunitense Stephen LaBerge (nato nel 1947) e collaboratori, hanno portato a definire come sogno lucido un sogno nel quale il sognatore si rende conto del fatto che sta sognando, e diviene lucidamente cosciente di quanto sta accadendo. Lo stesso LaBerge riconosce che, in questo modo, la categoria dei sogni lucidi diventa piuttosto ampia, ed all’interno di essa il livello di coscienza può variare notevolmente. LaBerge ha svolto molte delle sue ricerche presso la Stanford University in California ed ha fondato un proprio centro di ricerca, The Lucidity Institute, per l’approfondimento e la divulgazione di informazioni e tecniche relative ai sogni lucidi. Nel sito di LaBerge si possono trovare le risposte a tutte le domande e le curiosità in merito ai sogni lucidi, oltre ad offerte di apparecchiature e corsi di training che, secondo quanto viene dichiarato, possono favorire il raggiungimento dello stato di sogno lucido.

A mio parere il termine lucidità, nel senso di LaBerge, è definito con precisione, ma nello stesso tempo non chiarisce a sufficienza quali siano le diverse caratteristiche dei sogni non ordinari. Le variabili che dovrebbero essere prese in considerazione per poter valutare il livello di lucidità del sogno sono tre: l’intensità dello stato di coscienza (che deve essere pari a quello dello stato di veglia), il dettaglio e la chiarezza della percezione ed il grado di volontà con cui il sogno può essere controllato e diretto. Certamente, il fatto di essere consapevoli di star sognando può essere considerato come il primo passo verso gli ulteriori sviluppi delle tre variabili suindicate. Quello che segue è un esempio dello sviluppo iniziale di un mio sogno lucido: «Mi sveglio, mi alzo dal letto ed esamino l’ambiente circostante, senza dedicarvi molta attenzione. So che è mattina, e vado verso la stanza dove ho il computer e la libreria, per aprire le serrande. Cammino e mi muovo in modo molto naturale, ogni atto e gesto è intenzionale e consequenziale a quello precedente. Non c’è nulla di straordinario in quello che sto facendo: mi sembra un normale risveglio. Dopo aver tirato su le serrande, mi volto e vado verso un bel tavolo di legno antico, un mobile del cinquecento, che si trova circa a metà della stanza, vicino ad una delle pareti. Ne accarezzo il ripiano con il palmo della mano, poi mi metto ad osservare con attenzione i dettagli delle venature del legno, compiacendomi con me stesso per la bellezza di quel mobile che io possiedo. Intanto però sento il bisogno di concentrarmi, perché devo ricordarmi di qualcosa, e ad un tratto mi viene in mente un fatto sconcertante: mi ricordo che in casa mia non c’è mai stato quel mobile antico. Ne deduco, e la cosa mi sembra veramente strana, di non essere nel mondo della realtà ordinaria, ma all'interno di un sogno cosciente. Eppure tutto, compreso il tavolo, è perfettamente reale. Allora esco di casa per vedere cosa c’è all’esterno...».

Questo può essere definito un sogno lucido, secondo la definizione di LaBerge, in quanto il sognatore diventa consapevole di trovarsi all’interno di un sogno, anche se all'inizio non si trova in uno stato di consapevolezza onirica all’interno del quale diventa consapevole del suo sognare, ma in una condizione di coscienza ordinaria di veglia nella quale deduce logicamente, per un fatto di memoria, di non essere nella realtà fisica ordinaria. Nemmeno questa constatazione è tuttavia sufficiente a modificare lo stato di consapevolezza: il sognatore, anziché svegliarsi, decide di continuare ad esplorare quella dimensione che gli appare come reale. Nei sogni lucidi il comportamento e lo svolgimento degli eventi sono quasi sempre coordinati e conseguenti, in analogia con quanto accade nello stato di veglia, ma non di rado il sognatore riesce anche ad esercitare un controllo intenzionale sull'evolversi delle situazioni, in modo conforme ai suoi desideri. Sogni lucidi di questo genere, che possiamo definire controllati, sono realmente affascinanti e gratificanti. Alcuni onironauti, esperti nel praticare l’arte del sogno lucido, possono arrivare ad un livello nel quale riescono a sognare a piacere ciò che desiderano, entrando dunque in una dimensione in cui i sogni ed i desideri diventano realtà, almeno fin quando le energie mentali riescono a sostenere lo stato di sogno lucido. Nello stato di coscienza diurna questa prospettiva è davvero attraente: si può vivere ogni genere di avventure come se fossero reali.

Controllo sullo svolgimento dei propri sogni

Anche il Lucidity Institute pone tra gli obiettivi dei suoi corsi e dei seminari di addestramento la possibilità di arrivare a controllare il sogno, in modo che corrisponda alle nostre intenzioni. Ma è sempre possibile? A mio parere, ed in base alle mie esperienze, bisognerebbe distinguere tra due tipi di desideri: quelli che si provano all’interno del sogno lucido e quelli che si provano da svegli nello stato di coscienza ordinaria. All’interno del sogno lucido cosciente si possono provare dei desideri, ed abbastanza spesso (ma non sempre) si realizza ciò che si desidera facendo semplicemente ricorso all’intento di agire. Per esempio, quando desideravo volare ci riuscivo quasi sempre, mentre non sempre potevo controllare lo sviluppo degli eventi in accordo con la mia volontà. Tuttavia so di onironauti che riescono a controllare i loro sogni lucidi molto meglio di quanto non riuscisse a me. Io ho sperimentato i miei sogni coscienti come delle avventure la cui evoluzione era coinvolgente ed affascinante, e le emozioni che provavo erano delle piacevoli sorprese che non di rado andavano al di là di quanto io avrei potuto coscientemente immaginare.

Avventure erotiche

Diverso è il caso in cui ci si prefigge di realizzare nel sogno lucido un desiderio avvertito nello stato di veglia, come nel caso in cui si vogliano avere, per esempio, avventure amorose o erotiche. Vi sogno sognatrici e sognatori che si specializzano nel sognare lucidamente avventure erotiche intenzionali: l'onironauta deve ricordarsi, all’interno del sogno (naturalmente stiamo parlando di sogni coscienti) dei propri desideri, e deve riuscire a controllare l’evoluzione del sogno in modo che tali desideri si realizzino. Molti anni fa, quando cominciai a fare dei sogni lucidi (avevo 32 anni), mi capitava con una certa frequenza di poter controllare lo svolgimento di sogni coscienti a carattere erotico, e li trovavo (come si può immaginare) piuttosto eccitanti. Ma sebbene desiderassi poter vivere quel genere di avventure praticamente ogni notte, i sogni controllati avevano una frequenza casuale: a volte me ne capitava più d’uno in una settimana, a volte passavano due o tre mesi senza che riuscissi ad averne alcuno. Una sognatrice lucida non più giovane, che faceva parte del gruppo di ricerca di LaBerge, era in grado di fare frequentemente sogni lucidi controllati a carattere erotico (verificati sperimentalmente). Naturalmente durante la giovinezza sono molto più frequenti anche i sogni erotici ordinari, ed è plausibile che un onironauta esperto giovane possa avere sogni controllati erotici quasi a volontà. In merito alla realizzazione dei desideri, probabilmente quanto più una persona è interessata nell’ottenere qualcosa tanto maggiori sono le possibilità che riesca ad ottenerla, purché la motivazione e l'energia di cui dispone siano sufficientemente intense da permetterle di affrontare il training necessario per sviluppare l’abilità richiesta, ed il funzionamento del suo cervello sia tale da attivare le sintonie della psiche che consentono lo svolgimento coerente ed intenzionale della storia ed il necessario senso di realtà.

L’astinenza sessuale nella realtà ordinaria viene considerata da alcuni esperti una tecnica particolarmente efficace per indurre sogni lucidi. Effettivamente l’energia sessuale ha delle caratteristiche particolari e può essere un buon carburante a disposizione di coloro che riescono a padroneggiarla, in quanto può determinare – tramite l'attività mentale – l’accesso a sintonie della psiche fuori dell’ordinario. Dopo qualche anno di sogni lucidi a carattere prevalentemente erotico, io cominciai ad avere delle esperienze molto intense ed avvincenti su sintonie del tutto diverse da qualsiasi altra cosa avessi mai provato nello stato ordinario di coscienza, a seguito delle quali il mio interesse per i sogni erotici divenne meno intenso. Una volta lessi la storia di un antropologo brasiliano che era entrato in relazione di amicizia con due indios, un vecchio stregone ed il suo apprendista, i quali vivevano nella foresta amazzonica. Un giorno l’antropologo riuscì a persuadere i due a visitare con lui una città moderna, e tra le altre cose li portò al cinema. Al termine del film chiese loro cosa ne pensassero. I due risposero che l’esperienza era stata di loro gradimento, però i film che loro potevano vedere e vivere erano di gran lunga più reali, intensi ed avvincenti. Non so se la storia sia vera, ma mi sembra comunque interessante, ed anche al di là delle differenze culturali per cui un film occidentale può costituire un boccone pesante per un indio, è certo che sciamani e stregoni possono diventare dei veri esperti di sogni coscienti ed esperienze non ordinarie affini.

Rischi di disadattamento nei confronti della realtà ordinaria

In linea di massima fare sogni lucidi controllati è un’attività priva di rischi e pericoli, fatta eccezione per un senso di irritazione e di frustrazione che può impadronirsi dell'onironauta quando, al rientro da un’escursione onirica particolarmente intensa e gradevole, si trova di nuovo immerso nelle esigenze e negli obblighi della realtà quotidiana. In genere, tuttavia, resta una traccia positiva nella memoria e nell’umore dello stato di veglia, che aiuta a sopportare meglio anche la routine diurna, soprattutto nell’aspettativa di poter accedere di nuovo ad analoghe esperienze la notte seguente. Sotto questo aspetto il sogno lucido controllato può essere paragonato a quei veicoli psichedelici che, aprendo la porta a stati di coscienza emotivamente coinvolgenti, provocano poi una reazione a due facce nei confronti della realtà ordinaria, vista in modo positivo come supporto per la vita del nostro strumento psicofisico, tramite il quale possiamo accedere a simili esperienze, o in modo negativo se si confronta il grigiore, la difficoltà e la fatica della vita nel mondo reale con la ricchezza cromatica vitale ed euforizzante delle esperienze indotte da particolari sintonie alternative della psiche.

Esperimenti di laboratorio

Le esperienze di cui abbiamo trattato finora non sono sogni ordinari perché, come si è detto, lo stato di coscienza in cui si svolgono è analogo a quello dello stato di veglia. Ma, sia che vengano definite come sogni lucidi o come sogni controllati, possono essere fatte rientrare nell'ambito delle esperienze oniriche, a mio parere giustamente, dato che anche nel sogno lucido il sognatore si trova di solito nello stato di coscienza onirico (dunque all’interno di un sogno ordinario) prima che si renda conto di stare sognando. Quando avviene la transizione dallo stato di coscienza onirico normale a quello di lucidità e controllo, il sognatore, soprattutto se si tratta di un soggetto esperto, può continuare a vivere la trama del sogno con piena lucidità ed anche esercitare, come si è visto, un notevole grado di controllo sugli sviluppi successivi dell’avventura onirica. Nei sogni lucidi sperimentati in laboratorio i sognatori sono anche riusciti a dare ai ricercatori un segnale, mediante una sequenza di movimenti degli occhi precedentemente concordata, nel momento in cui diventavano consapevoli di star sognando. Si è potuto così verificare che la maggior parte dei sogni lucidi iniziano all’interno di una fase di sogno REM, anche se vi è una percentuale più bassa di esperimenti in cui l'onironauta può entrare nella condizione di sogno lucido direttamente dallo stato di veglia.

Falsi risvegli

L’esperienza diviene particolarmente significativa quando il mondo onirico, nei suoi dettagli e nel suo divenire, acquista una consistenza ed una coerenza indistinguibili da quelle del mondo reale, altrimenti il sogno, per quanto intenso e coinvolgente, rientra nell’ambito dei fenomeni onirici ordinari. Nel caso dei sogni coscienti, più o meno controllati, questa condizione è sempre verificata: si tratta cioè di esperienze del tutto indistinguibili, per quanto riguarda l'io cosciente, dagli eventi che accadono nello stato di veglia. Tipico è il caso dei falsi risvegli, che sono sempre vissuti come eventi reali a tutti gli effetti e solo successivamente interpretati come fenomeni diversi, alla luce dei ricordi e delle considerazioni logiche della coscienza ordinaria. Anche questi sogni hanno origine da uno stato durante il quale il corpo è immerso nel sonno, e la coscienza passa attraverso un periodo più o meno lungo di blackout rispetto allo stato di veglia ordinaria. Nel corso della notte, o anche durante un sonno diurno, ci si può dunque svegliare ed eventualmente vivere esperienze straordinarie, viaggiando in altre dimensioni, consapevoli o meno del fatto di trovarsi in uno stato non ordinario di coscienza, ma del tutto convinti della realtà di quanto ci sta accadendo.

Una volta mi è successo di svegliarmi per ben tre volte, di alzarmi dal letto e di girare per la casa, orientandomi al buio, alla ricerca di eventuali presenze estranee sospette. Ogni volta riconsideravo con sorpresa e meraviglia il mio precedente risveglio ed il senso di realtà ad esso associato: nel primo di questi risvegli, analizzavo un sogno precedente nelle sue implicazioni sensoriali e percettive, poi mi alzavo insospettito da alcuni rumori che sembravano provenire da una stanza in fondo al corridoio, e cominciavo ad ispezionare tutta la casa, senza riuscire a trovare niente di anomalo. A questo punto, tornato a letto, mi svegliavo una seconda volta, e rievocavo con grande interesse tutti gli eventi del risveglio precedente, che mi era sembrato quanto mai reale, ed invece, alla luce del risveglio attuale, si rivelava come un sogno lucido. Decidevo di alzarmi, per controllare che tutto fosse in ordine, ed ogni cosa sembrava al suo posto. Ma arrivato alla cucina, mi accorgevo che alcuni oggetti erano stati spostati dalla loro posizione abituale, e ne deducevo che qualcuno doveva essersi introdotto in casa. Infatti notavo la sagoma di un uomo acquattato dietro una porta, lo sorprendevo e lo stringevo con le braccia, mentre lui tentava di svincolarsi. Nella tensione della lotta, mi svegliavo per la terza volta. Questo risveglio era del tutto identico ai due precedenti, che erano nella mia mente chiari in tutti i loro dettagli. Mi sembrava ora di essermi svegliato realmente, ma non ne ero certo, e solo dopo essermi alzato ed aver verificato che tutto era in ordine, riconoscevo gli elementi noti della realtà della mia abitazione, e mi rendevo conto che in entrambi i risvegli precedenti la disposizione di alcuni ambienti non coincideva con quella reale. Tutto questo teatrino onirico aveva avuto origine da un sogno, quello che esaminavo nel primo  dei falsi risvegli, in cui io sorprendevo una ladra in casa mia, al buio, e mentre l’acciuffavo e lei cercava di sfuggirmi, mi accorgevo che era giovane e graziosa e che io, nel trattenerla, stavo toccando il suo corpo con un certo piacere. Nel primo falso risveglio avevo la precisa consapevolezza di aver sognato, e riesaminavo il sogno per rievocarne i particolari: il fatto di aver sognato una ladra si associava al sospetto che in casa potessero esservi realmente dei ladri, per cui sentivo dei rumori che mi inducevano ad alzarmi per controllare.

Oggettività dei sogni coscienti

Quanto all’eventuale oggettività di queste esperienze, è da escludere che si possa parlare di oggettività quando non vi siano due o più coscienze sintonizzate sullo stesso fenomeno. È tuttavia possibile, anche se molto raro, che due o più persone partecipino allo stesso sogno e si ritrovino nella stessa dimensione e nello stesso ambiente, confermando reciprocamente la realtà di quanto stanno sperimentando. Al riguardo, sono al corrente solo del caso riportato da Oliver Fox (pseudonimo di Hugh George Callaway, 1885-1949) a pag. 47 del suo libro Astral Projection: «Avevo passato la serata con due amici, Slade ed Elkington, e la nostra conversazione si era diretta sui sogni. Prima di separarci, concordammo di incontrarci in sogno, se ci fosse riuscito, quella notte, a Southampton Common. Sognai di incontrare Elkington nel parco, secondo gli accordi, ma Slade non c’era. Entrambi eravamo coscienti di sognare, e parlavamo dell’assenza di Slade. Il sogno, molto breve, terminò quasi subito. Il giorno seguente, quando vidi Elkington, dapprima non dissi nulla sul mio sogno, ma quando gli chiesi se avesse sognato. " – rispose – ti ho incontrato nel parco e sapevo di sognare, ma Slade non si è fatto vivo. Siamo riusciti solo a salutarci ed a parlare della sua assenza, poi il sogno è finito". Venimmo poi a sapere che Slade non aveva sognato nulla, il che spiega forse la sua incapacità di trovarsi all’appuntamento». Questo episodio è notevole, per il fatto che l’aspettativa di Fox ed Elkington avrebbe dovuto far incontrare a ciascuno di loro, in sogno, entrambi gli amici, mentre furono concordi nel rilevare l’assenza dell’unico che non aveva sognato. Tuttavia Fox aggiunge che in seguito non fu più in grado di ripetere l’esperienza.

Una città onirica chiamata New York

Ritengo che esaminare i fenomeni onirici dal punto di vista delle fantastiche sintonie della psiche nelle quali può essere coinvolto l'io cosciente sia più proficuo che non relegarli ad una dimensione meramente immaginaria, considerata come irreale e del tutto priva di interesse. Cerco di spiegarmi con un esempio: mi è capitato più volte di andare in sogno (sto parlando di sogni ordinari, sebbene molto vividi e ricchi di dettagli) in una città che nel sogno veniva da me identificata come New York. Questa città creata nella mia dimensione onirica non aveva niente a che fare con la New York della realtà: era una città enorme, ricca di dettagli, di fantastiche architetture, di enigmatici segni del tempo, dei più strani mezzi di trasporto, e naturalmente di gente, di persone con cui in sogno potevo interagire. Ogni volta che sono andato in questo luogo mi è capitata qualche avventura, ne ho visitato l’uno o l’altro quartiere, mi sono rimasti impressi tanti particolari che poi, da sveglio, ho rievocato con precisione. Sebbene questi sogni non siano connessi tra di loro, spesso quando ne faccio uno ne riaffiorano molti altri, sempre relativi a quella città, registrati da qualche parte della mia memoria, e resto sorpreso dalla straordinaria capacità scenografica del fenomeno onirico, che in tempi brevissimi riesce a creare ed a gestire ambienti e situazioni di una notevole complessità, pur in assenza di stimoli esterni. Se qualcuno mi dicesse che tutto questo è fantasia, un fenomeno soggettivo privo di alcun fondamento reale, non troverei nulla da obiettare, se non il fatto che in questo modo si liquida l'esperienza senza valorizzarne il particolare aspetto creativo: infatti, pur non trovandomi nello stato di consapevolezza che caratterizza i sogni lucidi, io ho assistito e preso parte ad uno spettacolo creativo non indifferente, di cui posso ricordare con precisione lo svolgimento ed i particolari. Secondo me, l’esistenza o meno di questa New York dei miei sogni dipende da una particolare sintonia attivata di quando in quando dalla mia coscienza onirica.

Alcuni esempi di sogni lucidi

Termino questa pagina con qualche esempio di sogni lucidi controllati tratto dal mio diario dei sogni. «Diversi anni fa, mi svegliai sentendo di essere uscito dal corpo, cosa che avvertivo mediante una vibrazione intensa e profonda nella zona delle tempie. Non era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere, e sapevo che potevo decidere cosa fare: cominciai a muovermi intenzionalmente, per stabilizzare la mia posizione verticale, incerta perché, privo di peso, tendevo a galleggiare verso l’alto. Poi provai a passare attraverso superfici solide, come le pareti o le porte, per vedere se mi riusciva. Infatti il riuscire o meno in determinate imprese nello stato onirico dipende dal potere dell'intenzione, e non è una cosa automatica, soggetta a regole fisse come nella realtà ordinaria. Questa libertà di muovermi e di compiere degli esperimenti era gratificante in sé, e del tutto indipendente dai risultati. Ad un certo punto fui in grado di muovermi come nel mondo reale, cioè camminando, senza galleggiare e senza passare attraverso le pareti, e trovai questa cosa molto interessante e piacevole. Decisi allora di esplorare la camera attigua a quella dove mi ero svegliato, e cominciai ad esaminare ogni singolo oggetto, in modo molto naturale, nei suoi particolari. La cosa più notevole era che ogni oggetto presente nella stanza manteneva i suoi dettagli con la massima precisione, affinché io potessi metterli bene a fuoco, e questa attività, in sé semplicissima, mi dava un piacere sempre più intenso. Ad un certo punto sentii che potevo trasformare quest'esperienza contemplativa da passiva in attiva, e cominciai a creare dal nulla una pianta di mia ideazione: era una specie di alberello alto poco più di un metro, che si formava in un vaso, sviluppando il tronco, poi i rami, le foglie, i fiori, secondo il mio intento: man mano che io lo contemplavo, ne fissavo i particolari. Nell’apparenza finì con l’assomigliare ad una pianta fatta di scintillanti gemme preziose, ma non era questo il valore di quell’esperienza: il fatto è che mentre io creavo quella pianta mediante la contemplazione ero pervaso da una sensazione inebriante e piacevole così intensa, da superare di fatto ogni altra emozione che avessi mai provato nella mia vita reale». Nell'ambito dei desideri a cui attribuiamo valore nella realtà ordinaria, io avrei potuto desiderare, per esempio, di volare, o di fare l’amore con una bella donna (tutte cose che ho fatto in altri sogni coscienti): invece il mio intento mi spinse, in quell'occasione, a fare un’esperienza che, così come sono riuscito a raccontarla, non fa nessuna particolare impressione né stimola alcun interesse, mentre nell’inventario delle esperienze della mia vita è tra le più intense, appaganti e complete in quanto a felicità e coinvolgimento emotivo.

Ecco un esempio di sogno cosciente caratterizzato da una forte carica erotica: «Dopo alcuni esercizi preparatori mi giro sul fianco sinistro ed entro in uno stato di dormiveglia vigile, nel quale comincio ad avere delle visioni, senza essere realmente addormentato. Infine vedo un'immagine femminile, corrispondente ad una presenza reale, che mi trasmette la certezza che è lei ad avere il controllo della situazione. Istantaneamente entro in uno stato di intensa consapevolezza reale, sono in macchina accanto a lei e devo uscire dalla barriera di un ospedale. Scendo dalla macchina, esco a piedi, rientro dall'ingresso pedonale che è sbarrato da una saracinesca che riesco a sollevare, e finalmente – dopo aver superato questo gioco di sbarramenti – rientro in auto, parto e, cosciente di essere in un sogno lucido  nel quale posso fare tutto quello che voglio, mi do all'ebbrezza di una veloce guida sportiva. Le sensazioni che provo nelle forti accelerazioni e nelle curve sono quanto mai reali ed appaganti, ma la guida nel traffico cittadino non mi permette di sbizzarrimi al meglio. Sento che le vibrazioni (che mi permettono di controllare il sogno) si fanno via via più forti: percepisco intensamente il mio corpo e nello stesso tempo sento il corpo eccitante dello spirito femminile che mi accompagna premere contro il mio. Allora cerco il suo viso e subito bacio avidamente ed a lungo la sua bocca, mentre il suo corpo continua ad avvinghiarsi al mio, avvolgendomi. Lei è la mia controparte ed io sono la sua, ma è come se fossimo entrambi una cosa sola. Torno a guardare il paesaggio del sogno: ora siamo in un posto di collina dove sta piovendo a dirotto, e l'acqua comincia ad allagare, mentre io trovo in tutta l'avventura qualcosa di molto divertente. Faccio comparire un'auto sportiva scoperta molto potente, e mi lancio a tutta velocità all'inseguimento di altre auto che vedo in lontananza. L'ebbrezza della guida è entusiasmante. Lo spirito femminile è seduto alla mia destra. Ad un certo punto devo fermarmi perché il desiderio di baciarla e di toccarle il seno è diventato irresistibile. Chiudo l'auto col tettuccio (sta ancora piovendo) e continuiamo così, tra effusioni amorose e corse a gran velocità, in una condizione variabile tra il sogno lucido ed uno stato intensamente cosciente di possesso di un corpo eterico, sempre con un intenso coinvolgimento erotico, finché le vibrazioni non cominciano a diminuire di intensità e sono costretto a rientrare nel mio solito corpo fisico».

Un'esperienza mortale

Ma non sempre i sogni lucidi coscienti sono così piacevoli. Ecco un'esperienza che mi accadde quando avevo 43 anni: «Svegliatomi nel cuore della notte (e quando dico svegliatomi intendo dire che percepii tutta l’esperienza successiva come perfettamente reale), sentii una forza sollevare il mio corpo dal letto, spostarlo a sinistra del letto stesso e scaraventarmi sul pavimento, a faccia in giù. Questa forza, che riusciva a spostare il mio corpo con molta facilità, nel momento in cui mi sollevava e mi spostava era come un vento intenso, ma io riuscii a vederla con la coda dell'occhio come una massa sferica nera, omogenea ed indistinta, di circa un metro di diametro. Una volta che fui a terra sentii subito la pressione di quella massa sulla mia schiena, e capii che avrei dovuto far forza con le braccia contro il pavimento per poter sollevare il torace e continuare a respirare. Siccome ero fisicamente in forma e ben allenato, mi misi subito nella posizione più adatta a reagire, ma non riuscii in alcun modo a voltarmi. Potevo solo esercitare una pressione sulle braccia, quel tanto che bastava al torace per espandersi a malapena. Poi, inesorabilmente, la forza cominciò ad aumentare la sua pressione e, sebbene non parlasse, sentivo che in qualche modo comunicava con me attraverso il pensiero. Diceva una sola cosa: “Sei morto!” Io continuavo a resistere con tutte le mie forze, perché non volevo morire, o meglio, non volevo arrendermi. Avevo paura? No! Come in altre circostanze della mia vita, la tensione era estrema, ma non c’era spazio (o energia) per la paura. Mentre la pressione aumentava, non riuscivo a resistere con le braccia, e non potevo quasi più respirare. Quando il torace fu del tutto immobilizzato per l’enorme pressione, cercai di resistere ancora trattenendo il fiato, ma ad un certo punto sentii di non farcela più e, come quando si alza bandiera bianca, feci questa dichiarazione mentale: ”Se è venuto il mio momento di morire, allora mi arrendo alla morte, e amen”. Appena ebbi manifestato questo pensiero, la pressione iniziò a diminuire. Pian piano riuscii a sollevarmi, mi trascinai sul letto e, stremato per lo sforzo e con la vista annebbiata, mi addormentai».

Quasi subito dopo la conclusione di quell'esperienza mi svegliai di nuovo (stavolta nella realtà ordinaria) e mi accorsi che stavo benissimo. Il ricordo di quanto era avvenuto pochi minuti (o forse pochi attimi) prima era vivissimo, e tutto mi sembrava ancora perfettamente reale, ma non avevo alcuno di quei sintomi fisici che, per esempio, accompagnano il risveglio da un incubo o da una sindrome di apnea notturna: non ero sudato, il mio battito cardiaco non era accelerato, la respirazione era perfettamente normale e tranquilla, il letto in ordine, e la mia posizione, leggermente coricato di fianco, la solita di quando dormo. Del resto, ero ben consapevole di non aver avuto un’incubo: non si era trattato di un sogno ordinario. Immagino però che un eventuale osservatore esterno (quella notte ero solo in casa) non avrebbe visto nient’altro che il mio corpo dormiente, anche mentre io vivevo quella drammatica esperienza. Dunque, a buon diritto, avrebbe potuto etichettarla come esperienza onirica (difficile classificarla come allucinazione, dato che il mio corpo dormiva), anche se per me non aveva nessuna delle caratteristiche dei sogni: tutto mi era sembrato quanto mai reale.


 

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