Lo strano caso dell'entità Gordon Davis

 

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Due casi di identità anomale

Durante lo stesso ciclo di sedute tenute da Soal con la medium Blanche Cooper, si manifestarono altri spiriti che fornirono dati di un certo interesse seppur sorprendenti in relazione alla loro identificazione in quanto esseri umani trapassati. Uno di questi, in base alle indagini condotte da Soal per le verifiche sulla sua identità terrena, risultò non esser mai vissuto, quanto meno sotto l'identità da lui stesso rivelata. Un altro, un ex compagno di scuola che Soal credeva fosse morto durante la guerra, fu in seguito ritrovato da Soal vivo e vegeto. Esaminiamo alcuni dettagli di questi due celebri casi, citati spesso nella letteratura specializzata, per vedere se possono esserci di aiuto nel valutare le ipotesi avanzate circa la personalità e la natura degli spiriti ed il loro rapporto con la psiche degli esseri umani.

Le comunicazioni di John Ferguson sulla propria vita terrena

Il primo caso riguarda un'entità che si manifestò – nel corso di una decina di sedute – come John Ferguson. Inizialmente fu Nada, uno spirito guida della medium, a riferire che un'entità desiderava parlare ma non ne aveva la forza, ed a citare i nomi di Wescot Road e Brentwood come luoghi associati a tale entità. Pur non avendola mai visitata, Soal conosceva Brentwood, una cittadina piuttosto antica situata circa 18 miglia ad est di Londra, dato che durante i suoi viaggi in treno verso la capitale passava per la stazione ferroviaria di Brentwood. Nella seduta seguente Soal chiese a Nada se l'uomo di Brentwood si sarebbe manifestato. Si udì allora una voce: «Sono John Ferguson: il nome di mio fratello è Jim. Brentwood: voglio descrivere una casa, in un viale. Ci sono alberi su entrambi i lati, e grandi case con i cancelli pitturati in rosso scuro». Quando Soal gli chiese il nome del viale, Ferguson rispose: «Non lo ricordo, ma comincia per H. La gente di là ama la musica. Hanno delle galline. Sono trapassato a 33 anni. Jim è mio fratello». Ferguson chiese poi a Soal di cercare Jim, e quando Soal gli domandò se la casa di Jim si trovasse in Wescot Road, la via che era stata citata nella seduta precedente, rispose che c'era una connessione tra le due famiglie.

Ferguson si ripresentò in seguito, con la stessa voce della seduta precedente, dicendo: «John Ferguson manda il suo pensiero affettuoso a suo fratello Jim ed a sua moglie. Dagli questo messaggio». Alla nuova richiesta di Soal in merito all'indirizzo a cui recapitare il messaggio, Ferguson ripeté di cercare una via H..., non meglio identificata, aggiungendo che si trattava di una grande casa autonoma. Quando Soal gli chiese del suo trapasso, Ferguson rispose che era avvenuto nel marzo 1912, e confermò che all'epoca aveva 33 anni. Non rammentava tuttavia il luogo, che non era Brentwood. Disse di essere stato ingegnere, e di ricordare una sala con grandi macchinari, e con diversi uomini che lavoravano alle sue dipendenze. Alla domanda di Soal, se il luogo in cui lavorava fosse a Londra, rispose che poteva essere, e quando Soal gli chiese se si fosse sposato, disse: «Sì, mi sono sposato, ma mia moglie è deceduta prima di me. Ho avuto una figlia, Amy, che però è morta da bambina». Disse poi che Amy era stata seppellita nella sua stessa tomba. A questo punto intervenne Nada, dicendo di poter vedere la tomba in un grande cimitero con migliaia di lapidi bianche, con una grande croce ed una data, 3 marzo 1912.

La volta successiva l'entità si ripresentò: «Buon pomeriggio, sono John Ferguson. Non sono stato malato a lungo, mi sono preso una polmonite dopo esser caduto in acqua: la barca si è rovesciata mentre eravamo a pesca. Jim ed io riuscimmo a tornare a riva, e Jim non ebbe alcun danno mentre io andai verso la morte». Alle domande di Soal in relazione all'incidente, Ferguson rispose che non era accaduto in mare, ma nell'estuario di un grande fiume. Non ricordava il nome della località, ma riferì che suo fratello Jim aveva dieci anni meno di lui. Quando Soal gli chiese che lavoro facesse Jim, Ferguson disse che aveva studiato all'università, ma poi, interrotti gli studi, si era messo a lavorare con lui. Ancora non ricordava l'indirizzo di Jim, ma confermò che la casa si trovava a Brentwood, aggiungendo che nel salotto c'era un quadro con tanti occhi che sembrava guadassero tutt'intorno, e che nella casa vivevano molti gatti.

Alcuni ricordi d'infanzia tornano alla memoria di Soal

Fu a questo punto che Soal si ricordò di aver conosciuto a scuola, nella cittadina di Southend vicino alla quale allora viveva, un ragazzo che si chiamava James (Jim) Ferguson. Entrambi avevano all'epoca (nel 1902) 12 o 13 anni. James era figlio di un istruttore dell'esercito ed aveva vissuto per qualche tempo a Gibilterra quando il padre vi si era trasferito per motivi di servizio. La conoscenza tra Soal e Ferguson era superficiale e limitata alle ore di scuola, al di fuori delle quali non si erano mai frequentati. Nel 1904 i Ferguson si erano trasferiti e Soal aveva perso definitivamente di vista James. Una volta riportato alla memoria questo ricordo, Soal cominciò a chiedersi se John Ferguson non fosse per caso un fratello defunto del suo compagno di scuola. Nella seduta immediatamente successiva Nada disse che Ferguson desiderava ardentemente far sapere al fratello di essere ancora vivo, ma incontrava molte difficoltà nel ricordare i nomi. Ferguson disse che suo padre, quando era in vita, aveva lavorato per l'esercito (come il padre del compagno di Soal), un lavoro che aveva a che fare con le mappe e con i rilevamenti, e che suo fratello Jim, prima di andare a lavorare con lui nel campo dei motori, aveva aiutato il padre nel suo lavoro. Alla richiesta di Soal di dirgli se egli stesso (Soal) avesse mai conosciuto Jim, Ferguson rispose, tramite Nada, «Scuola», aggiungendo: «Sempre il primo della classe, prendevi tutti i premi». Quest'ultima osservazione, riferita allo stesso Soal, era esatta.

Indagini e verifiche

Dato che le informazioni ottenute sembravano orientarsi verso un caso di identificazione, Soal si recò a Brentwood per un'indagine sul campo. Voleva inoltre verificare se la visita dei luoghi e le impressioni ricevute potessero avere qualche effetto sulle sedute seguenti. Quando chiese ad alcuni ragazzi del luogo se conoscevano Wescot Road, gli fu risposto che si trattava certamente di Warescott Road, il cui nome tuttavia veniva pronunciato dai locali in modo pressoché identico a Wescot (la pronuncia di varie parole inglesi non offre sufficienti informazioni sulle loro trascrizioni letterali, per le quali è necessario lo spelling). Soal chiese poi se in paese c'era un viale, il cui nome iniziava con H, con grandi case e con cancelli dipinti di rosso: la risposta unanime fu che si trattava certamente di Highland Avenue, una strada non distante da Warescott Road. Raggiuntala, Soal constatò che Highland Avenue era effettivamente un viale alberato, fiancheggiato da una dozzina di grandi case isolate, ciascuna col suo terreno, e che i cancelli erano tutti verniciati in rosso scuro: corrispondeva certamente alla descrizione fatta da Ferguson. Senza svolgere ulteriori indagini per accertare se qualcuno di nome Ferguson avesse vissuto in una di quelle case, Soal si diresse verso Warescott Road, una strada fiancheggiata da case a schiera in un quartiere artigiano, osservando come fosse piuttosto evidente il contrasto con le case più signorili di Highland Avenue.

Nel corso della seduta seguente Ferguson annunciò che gli stava tornando la memoria su Brentwood. Disse che la casa era vicina ad Onget Road (una strada che i ragazzi interpellati da Soal gli avevano citato come riferimento) e che c'erano due strane lampade a gas all'inizio di Wescot Road: Soal aveva infatti notato due lampioni dalla forma particolare in Warescott Road. Con un certo sforzo, Ferguson pronunciò anche la parola Highlands in riferimento al nome della strada. Quando Soal gli chiese che connessione vi fosse tra la famiglia che era vissuta in Highland Avenue e quella in Warescott Road, Ferguson rispose di cercare di Ethel, una giovane che viveva in Warescott Road. Soal immaginò allora che questa Ethel potesse essere una ragazza a servizio in una facoltosa dimora di Highland Avenue, la cui famiglia viveva in una casa più modesta, in Warescott Road. La volta successiva Ferguson confermò che Ethel Lloyd, che aveva vissuto a Brentwood prima della guerra, era stata a servizio in una della case di Highland Avenue, dove si recava ogni giorno dato che non viveva lì. Disse poi che uno spirito, forse sua madre (ma non era sicuro), desiderava mandare un messaggio alla ragazza. La cosa tuttavia non ebbe alcun seguito.

Esito negativo delle ricerche

Nel corso di una seconda visita a Brentwood, Soal ebbe modo di parlare con il direttore e con un impiegato dell'ufficio postale, i quali riferirono che nessuno di nome Ferguson aveva mai abitato in una delle case di Highland Avenue, mentre una donna anziana e male in arnese, di nome Lloyd, era vissuta in una casa di Warescott Road, ma se ne era andata 16 anni prima. Nessuna donna di nome Ethel abitava attualmente in quella strada. Soal si recò anche all'anagrafe e controllò vari anni fino al 1913. Le ricerche confermarono quanto aveva appreso all'ufficio postale: nessun Ferguson era mai vissuto non solo in Highland Avenue, ma in tutta Brentwood, e nessun Lloyd abitava in Warescott Road. Per farla breve, Soal si accorse che via via che nella sua mente si formavano delle congetture in merito ai legami della famiglia Ferguson con le famiglie che vivevano a Brentwood, in Highland Avenue o in Warescott Road, tali congetture venivano poi confermate dall'entità Ferguson, salvo essere successivamente smentite dalla verifica con la realtà dei fatti. Per esempio, quando Soal riferì a John di aver accertato che la famiglia Ferguson non aveva mai abitato a Brentwood, l'entità disse che infatti nessuno di loro ci aveva mai vissuto, ma che vi abitavano dei loro amici, il cui nome corrispondeva a quello di una famiglia della quale Soal aveva precedentemente verificato la residenza in Highland Avenue, che però non conosceva nessun Ferguson.

Infine Ferguson disse di aver lavorato per alcuni anni a Glasgow, nel distretto di Pollock Shields, e di esser stato sepolto in quella città, dove era morto il 3 marzo 1912. Dopo che Soal ebbe controllato su una mappa l'effettiva esistenza di Pollock Shields a Glasgow, ed ebbe preso nota dei due cimiteri che si trovavano nei pressi (uno dei quali noto come South Necropolis), nella seduta seguente Ferguson affermò di esser sepolto in quel cimitero, in una doppia tomba, con la figlia Amy. In seguito non comunicò più nulla, e Nada, lo spirito guida della Cooper, rimproverò Soal dicendo che faceva male a cercar di confondere gli spiriti. Soal replicò che lui aveva solo cercato di aiutare Ferguson, non di confonderlo, ma Nada troncò la discussione. Intervenne poi Frank, lo spirito del fratello di Soal, affermando che effettivamente Ferguson scambiava i pensieri di Soal per i propri, perché aveva dimenticato tutto sulla sua vita terrena, e non poteva sopportare di non aver più una precisa identità. Per chiudere il caso, Soal accertò che nessuna Amy Ferguson risultava sepolta nel cimitero di South Necropolis, mentre alcuni John Ferguson vi erano stati inumati, ma in anni molto distanti dal 1912.

A chi corrisponde l'entità Gordon Davis?

Sempre nell'ambito di questa serie di sedute, un altro caso di notevole interesse è rappresentato dalle comunicazioni dell'entità Gordon Davis. Il 4 gennaio 1922 Frank annunciò: «Sam, ho portato qui qualcuno che ti conosce». All'invito di Soal di far parlare la nuova entità, una voce di straordinaria forza e chiarezza cominciò ad esprimersi in modo ben articolato. Soal ebbe subito l'impressione che quella voce, dal particolare accento ricercato, gli fosse nota: era ben modulata, e fino a quel giorno la medium non aveva mai prodotto un risultato così qualitativamente vivo. «Bene, Soal, non mi sarei mai aspettato di poterti parlare in questo modo» disse l'entità. Quando Soal gli chiese chi fosse, rispose: «Ti ricordi Gordon Davis di Roch... Roch...?» Soal comprese che l'entità si sforzava di indicare la località di Rochford, senza riuscirvi, e disse: «Perbacco, sei davvero Gordon Davis? Avevo sentito dire che eri stato ucciso in guerra». Al che Gordon replicò: «Dai morti ai viventi... Strano mondo, vero? La mia povera moglie e il ragazzino (the kiddie) sono la mia unica preoccupazione, adesso».

Soal cercò di avere ulteriori informazioni: «Che prove puoi darmi di essere realmente Davis?». Dopo qualche istante di silenzio, durante il quale intervenne Nada per dire che si trattava di uno spirito la cui forza poteva danneggiare la medium, Gordon disse: «Ricordi la vecchia scuola? Litigavo sempre con H... His... – oh, mi confondo sempre con i nomi – per questioni riguardanti la geografia, gli arpioni, e cose del genere». E Soal: «Ricordo le tue discussioni con Histed, ma non sugli arpioni. Prova a dirmi dove vivevi, qualcosa che io non conosco». Dopo aver dato alcune corrette indicazioni, Gordon chiese a Soal: «Ricordi la nostra ultima conversazione?» Soal se ne rammentava bene, e quando domandò a Gordon dove avevano parlato, questi disse: «In treno. Abbiamo parlato delle guardie, ma non delle guardie del treno: abbiamo chiacchierato un po' sul lavoro delle guardie. Questo può aiutarti?» E poi: «Mi sembra che siano passati secoli. Ricorda Playle e Over... Over...». Infine, su richiesta di Soal, Gordon disse di non ricordare il nome dell'attuale residenza di sua moglie, ma di sapere che iniziava con due lettere: EE. A questo punto Nada intervenne dicendo di dover concludere la seduta perché la medium non poteva più sostenere lo sforzo, ma che Gordon era ansioso di inviare sue notizie alla moglie, perché la sua morte le aveva causato un vero shock. Al termine della seduta la medium era piuttosto stordita e non ricordava quasi niente di quello che era stato detto dalle entità (ricordiamo che la Cooper non andava in trance). Disse anche di avere un forte mal di testa, cosa che non era mai accaduta fino ad allora.

La descrizione della casa

Quando, nella seduta seguente, Soal chiese a Nada se Gordon poteva comunicare di nuovo, il controllo disse che era meglio di no, perché si trattava di uno spirito molto forte che avrebbe potuto danneggiare la medium. Si offrì comunque di fare lei stessa da tramite tra Soal e Gordon, affermando che quest'ultimo avrebbe suggerito a lei, sottovoce, le risposte alla domande. Così, tra una comunicazione e l'altra, Soal riusciva ad udire delle voci che bisbigliavano tra loro, senza però poter distinguere le parole. Nada cominciò a parlare della casa di Gordon, dicendo che era vicina ad uno strano tunnel, e che c'erano cinque gradini e mezzo per accedere alla porta dell'ingresso anteriore. Soal domandò poi, senza alcun intento particolare, cosa c'era all'interno della casa, e Nada – dopo essersi consultata con l'entità – affermò che c'era un grande specchio e tanti quadri alle pareti, tutti raffiguranti paesaggi: su richiesta di Soal, precisò che alcuni raffiguravano montagne imponenti, altri il mare, ed in uno c'era una specie di strada in una valle tra due colline. Inoltre nella casa c'erano dei vasi, alcuni molto grandi, e dei piatti appesi alle pareti. Nell'abitazione vivevano un bambino ed una donna che amava molto i fiori e la campagna: secondo Nada erano la moglie ed il figlio di Gordon Davis. Quando Soal le chiese se poteva descrivere la donna o dirgli il suo nome, Nada rispose di non riuscire a vederla direttamente, e di non capire bene cosa Gordon le stesse dicendo. Subito dopo aggiunse che al pianterreno della casa, scendendo alcuni gradini, c'erano due candelieri di ottone poggiati su una mensola. In seguito ad un'ulteriore richiesta in merito al nome della strada in cui si trovava la casa, ripeté di poter vedere solo le due lettere EE. A quel punto Gordon si allontanò definitivamente e non comunicò più, né direttamente né tramite Nada, tranne che nella seduta del 30 gennaio 1922, quando il controllo riferì che le sembrava di veder un uccellino nero sul pianoforte della casa di Gordon.

Le vicende reali della conoscenza tra Soal e Davis

Soal e Gordon Davis erano stati compagni di scuola dal 1898 al 1901. Gordon era un ragazzo molto intelligente, particolarmente dotato per la geografia e le scienze. Aveva un atteggiamento un po' snob, e poneva molta cura nella proprietà del linguaggio e dell'espressione, cosa che lo differenziava dagli altri compagni di scuola. La sua famiglia viveva a Rochford, mentre Soal abitava in campagna, a quattro chilometri da Southend (queste località, situate in prossimità dell'estuario del Tamigi, all'epoca erano ben distinte ma oggi sono fuse nell'ambito di un unico vasto agglomerato urbano). I due ragazzi non si frequentavano se non a scuola, ma si persero di vista quando nel 1901 la famiglia di Gordon si trasferì. Molti anni dopo Soal venne a sapere che Gordon aveva iniziato un'attività nell'area di Southend, ma non lo rivide fino al maggio 1916, quando lo incontrò casualmente sul marciapiede della stazione di Shenfield, dove entrambi erano in attesa del treno per Londra. All'epoca i due giovani erano allievi ufficiali e, una volta che si furono salutati (fu Davis il primo a riconoscere il compagno di scuola di un tempo), si sistemarono nello stesso scompartimento finché Davis non giunse a destinazione, conversando non di fatti strettamente privati, ma della loro vita sotto le armi: in particolare Davis disse a Soal che era stato incaricato di tenere una conferenza agli altri allievi sui doveri del servizio di guardia. Soal notò come la proprietà di espressione di Gordon si fosse ulteriormente raffinata, e come il suo accento – sempre ricercato – fosse diventato particolarmente gradevole.

Dopo quell'incontro casuale Soal non ebbe più notizie di Davis. Avendo riportato una seria ferita al fronte in Francia, Soal fece ritorno in patria nel giugno 1917, e continuò a prestare servizio sotto le armi come istruttore di artiglieria fino al 1919. Nell'autunno del 1920 Soal andò a trovare un amico di Rochford, e fu in quell'occasione che un conoscente dell'amico fece riferimento a Gordon Davis come ad uno degli abitanti della cittadina che erano deceduti in guerra: così Soal diede per scontato – senza fare alcuna indagine al riguardo – che Davis fosse stato ucciso, parlandone anche in famiglia (il fratello di Soal disse di ricordare bene quest'evento). Invece Davis, tornato a casa dopo la guerra, si era trasferito a Southend, dove aveva aperto un'agenzia immobiliare i cui affari prosperavano. Tuttavia, per un certo periodo, la voce che Davis fosse morto in guerra si era effettivamente diffusa nell'area di Rochford, come Soal ebbe modo di appurare in seguito avendone conferma dallo stesso Davis e da sua moglie. Quando, nella seduta del 4 gennaio 1922, Soal ebbe la prima comunicazione da Gordon, fu particolarmente impressionato dalla perfetta riproduzione della voce, del tono e dell'accento dell'amico (che erano identici a quelli che ricordava durante la loro conversazione in treno, non a quelli del compagno di scuola), tuttavia non aveva dato molta importanza alle descrizioni della casa fornite da Nada, ritenendole del tutto fantasiose. Comunque aveva preso nota come sempre, parola per parola, di tutto quello che era stato detto nel corso delle sedute.

Una visita rivelatrice

Fu solo nel febbraio del 1925 che Soal venne a sapere casualmente che Davis era vivo e che dirigeva un'agenzia immobiliare a Southend, dove però aveva trasferito la sua residenza solo da un paio d'anni: abitava al numero 54 di Eastern Esplanade, e Soal rammentò immediatamente le due lettere EE citate sia da Gordon che da Nada. Finalmente, la sera dell'8 aprile 1925 Soal andò a trovare Gordon Davis. Giunto a casa dell'amico, notò subito che per raggiungere la porta di ingresso si dovevano salire sei gradini, il primo dei quali era costituito da una lastra di pietra di altezza molto inferiore rispetto agli altri cinque. La casa faceva parte di un unico blocco di abitazioni a schiera, e guardava direttamente verso il mare, dato che non vi erano edifici lungo l'altro lato della strada. Su un lato della casa era stato ricavato un curioso tunnel che collegava la strada con i giardinetti sul retro degli edifici. Altri tunnel erano disposti regolarmente, uno ogni due case, lungo tutta la strada. Soal fu accolto dalla moglie di Davis, che lo fece accomodare in salotto, al pianterreno. Quando la luce fu accesa, Soal notò come alle pareti fossero appesi diversi quadri raffiguranti paesaggi montani o marini. C'erano inoltre dei grandi vasi, e due oggetti in ceramica appesi alle pareti che potevano senz'altro esser identificati come piatti. Al di sopra del caminetto era appeso un largo specchio.

Quando Davis entrò nella stanza, dopo i convenevoli e gli accenni al passato, Soal cominciò a parlargli del motivo della sua visita. Gordon – che non si interessava ai fenomeni paranormali e che, in quanto uomo d'affari, era più portato verso un atteggiamento concreto nei confronti della vita – lo ascoltò attentamente, interrompendolo ogni tanto con il suo tipico modo di esprimersi, praticamente identico a quello utilizzato dall'entità comunicante. Quando Soal gli mostrò i verbali dattiloscritti delle sedute del gennaio 1922, Gordon non poté trattenersi dall'esclamare: «Sono proprio le parole che io stesso avrei usato». Da diversi anni Davis teneva un'agenda-diario nella quale annotava tutti i suoi impegni personali, gli incontri con i clienti ed i relativi orari, e gli avvenimenti di spicco di ciascuna giornata. Quando Soal gli chiese informazioni su quali fossero state le sue attività nel gennaio 1922, durante gli orari relativi alle sedute in cui si era manifestata l'entità Gordon Davis, il Gordon vivente fu in grado di dimostrare che in entrambi i casi era stato impegnato in incontri d'affari con i clienti. A quell'epoca tuttavia Davis, che viveva ancora a Londra pur avendo l'agenzia immobiliare a Southend, era impegnato nell'acquisto della sua futura casa di Eastern Esplanade in quella cittadina. Il 6 gennaio 1922 aveva visitato l'abitazione per la prima volta, ed il 13 dicembre dello stesso anno si era trasferito nella nuova dimora con la famiglia. È probabile che nei giorni in cui si tennero le sedute i pensieri di Davis si rivolgessero spesso alla casa per il cui acquisto era in trattative.

Coincidenze significative

Le coincidenze tra gli eventi della vita di Davis e le comunicazioni dell'entità Gordon sono davvero notevoli: anzitutto Davis si era sposato nel 1920, ed aveva effettivamente un figlio di 5 anni quando Soal andò a trovarlo. Ma all'epoca del loro ultimo incontro in treno non aveva nessuna prospettiva di matrimonio in vista, dunque Soal – che peraltro lo credeva morto – non poteva sapere alcunché della moglie o del figlio. Davis si riferiva sempre al suo bambino chiamandolo kiddie, non usava mai espressioni più comuni come my son o my boy. Sua moglie adorava i fiori, che il marito le regalava molto spesso, ed era amante della campagna. Soal notò che nel salotto in cui fu ricevuto c'erano molti fiori disposti in modo gradevole, più di quanto non se ne vedessero di solito nelle case. I riferimenti alle dispute di geografia ed agli arpioni riportati nelle sedute furono pienamente confermati da Davis, che ricordava bene sia le frequenti discussioni con Mr. Histed (l'insegnante di geografia), sia il suo hobby di collezionare, fin da ragazzo, ogni genere di armi, tra cui lance, arpioni e boomerang, che ogni tanto portava a scuola e che diventavano oggetto delle lezioni. Tutti i dettagli ed i riferimenti relativi alla casa di Eastern Esplanade risultarono corretti, compresa la descrizione di un quadro raffigurante una strada ed un torrente in mezzo a due alte colline. Sulla mensola del caminetto della sala da pranzo (stanza alla quale si accedeva scendendo alcuni gradini) si trovavano due candelieri di ottone, messi lì solo a scopo decorativo (la casa era infatti fornita di illuminazione elettrica), e sul pianoforte, all'interno di un vaso, c'era la statuetta di un martin pescatore posato sopra un piedistallo nero provvisto di fori, che poteva essere usato per l'inserimento di steli di fiori.

Davis era entrato in possesso dei candelieri prima della guerra, e la statuetta del martin pescatore era stata comprata a Londra nel 1921, tuttavia molti dei quadri appesi alle pareti della casa erano stati scelti ed acquistati in una data successiva al gennaio 1922. Soal era curioso di sapere se nel momento in cui Davis aveva visitato la sua futura abitazione per la prima volta, il 6 gennaio 1922, si era fatto un'idea sul futuro arredamento, ma l'amico gli disse che in quell'epoca lui solo aveva visto la casa, mentre la moglie non la vide che alcuni mesi dopo, e per qualche tempo entrambi erano stati indecisi sulla destinazione stessa delle varie stanze, distribuite su due piani, prima ancora di pensare a come arredarle. Inoltre, nel gennaio 1922 la casa si presentava in cattive condizioni, e per renderla abitabile era stato necessario eseguire dei lavori di riparazione e di ripulitura. Infine, lui prediligeva i dipinti ad acquarello, e fu solo casualmente che in seguito acquistò dei paesaggi marini ad olio, un genere di pittura al quale non si era mai interessato prima.

Da dove hanno origine gli spiriti?

Soal si appassionò a questo caso, che fu dibattuto anche nell'ambito della SPR, e per quanto si sforzasse di avanzare ipotesi plausibili di interpretazione mediante il proprio psichismo inconscio, o quello di Davis o della Cooper, riconobbe che vi era sempre qualche particolare che non poteva essere spiegato né dalla precognizione, né dalla telepatia, né dall'attività del subconscio o dell'inconscio personale, e meno che mai da espedienti fraudolenti da parte della medium. Infatti, se è vero che nelle comunicazioni medianiche ottenute da Soal si riscontrava la presenza di vari contenuti psichici di natura personale, questo fatto non deve meravigliarci, dato che è evidente che per poter comunicare con noi le entità hanno bisogno di utilizzare lo strumento mentale tanto del medium (la cui presenza è indispensabile) quanto dei partecipanti alle sedute. Tuttavia le descrizioni ed i dettagli relativi alla casa di Gordon Davis avevano un'origine non riconducibile né alla mente della medium né a quella di Soal. Lo studioso, alla fine, si limitò a riconoscere il carattere decisamente paranormale della faccenda, e non si può non esser d'accordo con lui.

Riesaminando nel loro complesso gli eventi relativi alle manifestazioni ed alle comunicazioni medianiche riportati nelle pagine di questa sezione, l'ipotesi più coerente sembra consistere nel riconoscimento dell'esistenza degli spiriti come entità autonome esistenti in una dimensione di natura psichica, di norma ben separata dalla dimensione fisica nella quale viviamo come esseri umani. Non si possono infatti spiegare diversi contenuti delle comunicazioni medianiche in base ai soli ricordi o all'inconscio personale del medium o dei partecipanti alle sedute. Sembra dunque che in particolari condizioni si possano aprire dei canali di comunicazione che consentono a queste entità di interagire con la nostra dimensione, esercitando anche una forma di influenza psichica, più o meno accentuata, sulla mente umana. Si potrebbe dunque prendere in considerazione anche l'ipotesi di un dualismo esistente tra il nostro io cosciente, sintonizzato sui contenuti psichici determinati dalla normale attività mentale del cervello, ed uno spirito al quale l'io può essere eventualmente associato e collegato, anche senza saperlo. Nella pagina seguente sullo spirito alieno cercheremo di comprendere, sulla base di una testimonianza umana, quali conseguenze può comportare per la nostra vita questa strana associazione.

 

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