NDE di Olaf Sunden

 

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Un'overdose di etere

La seguente esperienza è tratta dal primo capitolo del libro Transformed by the light (Trasformati dalla luce) di Melvin Morse: risale agli anni '30 del secolo scorso, quando il protagonista – Olaf Sunden, un ragazzo svedese – aveva 14 anni.

Il modo in cui Olaf Sunden si trovò in punto di morte fu abbastanza semplice. Ciò che invece avvenne a seguito della sua NDE è troppo complesso perché io (Melvin Morse) possa spiegarlo. A 14 anni Olaf doveva subire un'operazione di asportazione delle tonsille. Durante la procedura di routine chirurgica, gli venne somministrata un'overdose di etere, cosa che accadeva non di rado in quell'epoca, quando l'etere veniva somministrato goccia a goccia su un fazzoletto di cotone posto quasi a contatto del viso del paziente. Olaf smise di respirare ed il chirurgo, preso dal panico, cominciò a scuoterlo. A questo punto il suo cuore avrebbe anche potuto fermarsi. Sebbene fosse tecnicamente in stato di coma, Olaf aveva la percezione di essere morto. Come scrisse in un resoconto molto coinvolgente: «Improvvisamente mi arrotolai come una palla e mi sembrò di essere scaraventato attraverso un muro fino ad un'altra realtà. Il passaggio da questa dimensione all'altra fu estremamente doloroso, come se soffocassi. Le forze che mi spinsero attraverso la barriera della morte erano enormi e la barriera di confine era resistentissima. Di colpo mi trovai dall'altra parte e tutti i dolori se ne andarono. Avevo perso ogni interesse ed attaccamento per la mia vita biologica. Compresi che il confine tra la vita e la morte è una strana creazione della nostra mente: è terribilmente reale quando è percepito da questa parte (il lato della vita) e nello stesso tempo è insignificante quando viene visto dall'altra parte. La mia prima impressione fu di totale sorpresa. Come potevo esistere sentendomi così bene e a mio agio, e come potevo percepire e pensare nonostante fossi morto, e non avessi più il corpo?».

Le chiavi della conoscenza universale

Olaf si sentiva come se stesse galleggiando in un universo privo di confini. Vedeva l'universo come un sistema di bolle di sapone che si contraevano, e nel quale le bolle apparivano ordinate in sequenze sferiche concentriche, che si muovevano secondo tracciati intricati che lui riusciva a comprendere benissimo. Superato il confine della morte, questo ragazzo quattordicenne, che a scuola riportava voti mediocri, si sentiva come se gli fossero state date le chiavi dell'universo. «Sentivo di avere una totale comprensione, che rendeva ogni cosa intellegibile», scrisse. Nella sua NDE, Olaf si trovò davanti ad una luce brillante di color arancione che definì come il punto di annichilimento, un posto che incuteva timore ma che gli dava la conoscenza universale. Sebbene Olaf volesse restare con la luce, sentiva che la sua mente si divideva in due parti e che quella parte che poteva comprendere ogni cosa veniva lasciata indietro. La vide scomparire sopra di lui come una magnifica galassia brillante di luce, mentre lui era costretto a passare attraverso un tunnel fino a rientrare nel suo corpo. «Ricordo di aver pensato: per favore lasciatemi comprendere questa nuova fisica della relatività. Ma poi sentii un'esplosione, fui attratto in un canale e trasportato con una forza irresistibile dentro al mio corpo. Feci ricorso a tutte le mie forze per poter ricordare la comprensione cosmica del fantastico macchinario dell'universo».

Un progresso intellettivo

Il viaggio cosmico di Olaf terminò in una sala operatoria illuminata nella quale, risvegliandosi, si trovò circondato da vetri rotti e strumenti sparsi qua e là, da quattro medici agitati e diverse infermiere preoccupate. Due anni dopo fu informato del fatto che le sue tonsille erano ancora intatte, e non erano mai state asportate come era stato programmato. La NDE cambiò immediatamente il carattere di Olaf: il mediocre studente di prima divenne sicuro di sé e perfino critico, dato che a volte rifiutava le spiegazioni che gli venivano offerte a scuola e se le andava a cercare per proprio conto. Usava le teorie che aveva appreso dall'altra parte per spiegare i lavori di Einstein. All'inizio Olaf sentiva che la NDE era stata poco più di un sogno straordinario, ma mentre progrediva nelle classi riservate agli studenti più dotati, quello che prima era stato un allievo che sembrava avere difficoltà di apprendimento comprese che qualcosa era accaduto nel corso della sua straordinaria avventura cosmica. Tuttavia continuò a non fidarsi completamente della sua visione fino all'inizio degli anni '60, quando aveva più di 40 anni. Fu allora, quando la scoperta del neutrino divenne pubblica, che Olaf comprese che le informazioni avute durante la sua NDE erano corrette. Il neutrino è un tipo di particella nucleare in grado di passare anche attraverso il massiccio nucleo di una stella senza essere alterato o modificato in alcun modo. Quando Olaf lesse dei neutrini pensò che si comportavano come alcune delle particelle che aveva visto nella sua esperienza, le bolle di sapone che passavano attraverso i corpi solidi. Allora si convinse che la sua NDE gli aveva spalancato una finestra sulla natura dell'universo: erano state sbloccate alcune misteriose sorgenti di intelligenza. Era più intelligente di prima, ma anche libero da pensieri di condizionamento nei confronti di teorie e di valori accettati per conformismo.

La prova dello sviluppo della sua intelligenza sta nelle sue molteplici invenzioni tecnologiche, che per la maggior parte sono il risultato delle intuizioni avute durante la sua NDE. Adesso Olaf si riferisce alla sua quasi fatale tonsillectomia come al suo dono cosmico. Ha conseguito circa un centinaio di brevetti chimici, scoperte che lo rendono uno degli ingegneri di punta nel settore dello sviluppo e ricerca. Ha scoperto, tra l'altro, come si può usare più gesso nella fabbricazione della carta. La carta è fabbricata soprattutto con la polpa di legno derivata dall'abbattimento degli alberi: Olaf scoprì il modo di aggiungere un 25% in più di gesso o di caolino alla carta senza peggiorarne in alcun modo la qualità. In questo modo meno alberi devono essere abbattuti per far fronte alle nostre esigenze di carta.

Una figlia in coma

Olaf cita un'altra prova a sostegno del valore del suo dono cosmico. Molti anni fa una sua figlia adolescente riportò delle gravi ferite alla testa in un incidente stradale. Restò in coma per tre mesi ed i medici affermarono che probabilmente non sarebbe più uscita da quello stato. Con molta franchezza dissero ad Olaf che sua figlia sarebbe rimasta in uno stato vegetativo per tutta la vita. In quella situazione disperata, Olaf si ricordò della sua NDE e quell'esperienza venne in aiuto di sua figlia. Non poteva rifiutare la diagnosi neurologica, ma non accettava che tutte le possibilità di poter dare a sua figlia una vita soddisfacente fossero escluse. Immaginò che la figlia fosse dall'altra parte, in una condizione simile a quella in cui lui si era ritrovato quando era stato soffocato dall'etere. Ricordò come la sua memoria di star nuotando sulle onde del mare gli fosse apparsa come la chiave che gli aveva aperto il tunnel per il suo ritorno alla vita. Forse questo ricordo dal lato della vita poteva anche essere la chiave per il ritorno di sua figlia. Per fortuna, Olaf aveva anche a disposizione una sostanza farmacologica, un insolito derivato della caffeina, che aveva sperimentato con successo su se stesso e su sua figlia allo scopo di migliorare la memoria in occasione di conferenze scientifiche o esami scolastici. Olaf decise di fare un ultimo disperato esperimento con questa sostanza.

Il primo test, sette settimane dopo l'incidente, ebbe un effetto drammatico. Sua figlia, fino ad un momento prima incosciente ed incapace di muoversi, cercò di alzarsi dal letto per quasi un quarto d'ora, per poi ricadere di nuovo in coma totale. Un secondo test venne condotto una settimana dopo con un risultato molto più soddisfacente. Quando i dottori vennero chiamati, confermarono che il coma – contro ogni probabilità – era in fase recessiva, anche se ancora non si poteva stabilire con certezza alcun contatto mentale. Un progresso verso la vita era comunque iniziato, e dopo circa un mese la ragazza poté tornare cosciente. Era anche in grado di rispondere a domande di matematica, mediante una pressione della mano. Un mese dopo il risveglio fu in grado di sostenere un esame di matematica che altrimenti avrebbe dovuto saltare, e fu promossa. Furono necessari tre anni perché potesse imparare a camminare di nuovo, e dovette subire due dolorosi interventi agli occhi per poterli allineare in posizione parallela. In seguito riuscì a lavorare come architetto e divenne madre di due figli, anche se continuò a soffrire di paralisi ad una gamba che le impediva di camminare correttamente.

L'importanza delle NDE

Secondo Olaf, questa tragica storia dimostra che ai doni cosmici del genere descritto dovrebbe essere data una seria attenzione scientifica. Olaf apprese delle mie (di Melvin Morse) ricerche leggendo alcune riviste mediche, poi, dopo aver letto il mio libro Closer to the Light, mi scrisse una lettera chiedendomi se poteva venirmi a trovare dalla Svezia. Gli risposi che ne sarei stato onorato. Ci incontrammo a Washington in occasione della conferenza internazionale sulle NDE. Olaf era un uomo alto, di circa 70 anni. Con i suoi capelli grigi e i modi distinti, sarebbe sembrato più a suo agio nella residenza di un ambasciatore anziché in una riunione di persone che hanno avuto una NDE, e tuttavia fu molto contento nell'incontrare tante persone che, come lui, avevano ottenuto di poter dare uno sguardo speciale alla vita attraverso un breve passaggio per la porta della morte. Andammo a mangiare insieme in un ristorante francese a Georgetown. Olaf conversò in francese col cameriere. Dopo aver ordinato una bottiglia di vino pregiato, venne al motivo principale della sua visita. «Io non credo più di essere matto o eccentrico a causa di ciò che mi è accaduto» mi disse. «So che la mia esperienza è stata reale e non un sogno fantastico. Ma la domanda che mi pongo è questa: quella conoscenza è venuta dal mio cervello o ha origine da qualche altra parte? E quell'universo nel quale sono entrato? Sono andato davvero in una realtà diversa?».

È stata reale l'esperienza di Olaf? Veramente tramite la sua NDE ebbe accesso ad una conoscenza che gli permise di creare più di cento formule così uniche da poter essere brevettate? Nel porsi queste domande, Olaf con calma enfasi disse: «Le NDE rappresentano un passo avanti nella scala dell'evoluzione. Questo è il motivo per cui un giovane criminale può trasformarsi in un individuo socialmente impegnato dopo un'esperienza del genere. È salito di un gradino verso l'alto».


 

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